Vipera berus

SERPENTI ITALIANI
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Vipera berus (LINNEO 1758)

Nome Comune : Marasso

Sub Ordine : Serpenti – Famiglia : Viperidi

Sottospecie :
Vipera berus berus (LINNAEUS 1758)
Vipera berus bosniensis (BOETTGER, 1889)
Vipera berus sachalinensis ZAREVSKY 1917
Sinonimi:
Coluber Berus LINNAEUS 1758: 217
Coluber Berus – LAURENTI 1768: 97
Vipera berus – DAUDIN 1803: 89
Chersea vulgaris FLEMING 1822: 295
Berus vulgaris – SWAINSON 1839: 362
Vipera berus – BOULENGER 1896: 476
Coluber berus – STEJNEGER 1907: 445
Vipera berus – ENGELMANN et al 1993
Vipera berus – MCDIARMID, CAMPBELL & TOURÉ 1999: 397
Vipera berus berus (LINNAEUS 1758)
Coluber berus LINNAEUS 1758
Pelias berus -MERREM 1820: 148
Vipera berus bosniensis (BOETTGER 1889)
Vipera berus pseudaspis SCHREIBER 1912
Vipera berus bosniensis – HARDING & WELCH 1980
CARATTERISTICHE
Il marasso è la più grossa vipera Italiana: la lunghezza del corpo, in genere 70cm, può arrivare a sfiorare il metro d lunghezza (le femmine sono in genere più grandi dei maschi), e lo spessore del tronco è superiore rispetto alle altre vipere nostrane. La testa risulta maggiormente arrotondata rispetto a V.aspis o a V.ammodytes, ed è ricoperta da tre grosse placche cefaliche; tipico del marasso, è il muso depresso superiormente, ossia manca la tipica “punta rivolta all’insù, riscontrabile nelle due specie sopra citate; le squame sopralabiali sono 10. L’occhio, rossastro con pupilla verticale, è piccolo se messo in relazione con quello delle altre vipere con cui divide l’areale di distribuzione. Il corpo è ricoperto da squame fortemente carenate, in 21 file a metà tronco, e la coda appare nettamente distaccata rispetto al corpo. La colorazione delle parti superiori è piuttosto variabile, anche in relazione al sesso dell’animale: nei maschi il colore di fondo è spesso grigio argentato, con ornamentazione molto scura, il più delle volte nera. Nelle femmine la livrea di base tende maggiormente al bruno-rossastro, e il disegno dorsale è comunque più scuro, ma meno marcato; alcune femmine possono presentarsi completamente nere. Per quanto riguarda il disegno dorsale, il più delle volte questo appare come una linea continua a zig-zag, più raramente diritta, o spezzettata, e talvolta questo disegno è accompagnato da chiazze scure più o meno regolari sui fianchi. Dotato di zanne velenifere.
DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA ED HABITAT
La distribuzione del marasso interessa esclusivamente il Norditalia, e da qui si propaga in tutta l’Europa centrale e settentrionale, fino a lambire il circolo polare artico (si tratta del rettile più “nordico” che ci sia sulla terra). Nel nostro paese è rinvenibile soprattutto sulla catena alpina, dove è stato segnalato oltre i 3000 metri di quota.
Si tratta di una vipera maggiormente legata all’acqua rispetto alle altre, per cui è facile osservarla in presenza di zone paludose, ruscelli, prati fluviali, anse di torrenti, polle di risorgiva. Del resto, come le altre vipere , non devono mancare zone in cui il rettile possa sostare a termoregolarsi, quindi pietraie, e pendii rocciosi ricchi di anfratti.
ALIMENTAZIONE, COMPORTAMENTO, RIPRODUZIONE
Il marasso si nutre delle stesse prede nominate per le altre vipere, quindi mammiferi, uccelli e sauri, ma la sua predilezione per gli ambienti umidi lo porta ad essere un assiduo predatore di rane, rospi e persino pesci. Il morso del marasso non va sottovalutato, anche se si rivela in genere meno pericoloso di un morso di V.aspis o di V.ammodytes. Il veleno è piuttosto potente, e rimane, chiaramente, la risorsa che sta alla base del metodo di caccia di questa specie. Non eccessivamente aggressivo, si da alla fuga nella stragrande maggioranza dei casi, e morde solo se molestato. La copula ha luogo in primavera, e sembra che , per quanto riguarda le popolazioni localizzate ad altitudini rilevanti, il ciclo riproduttivo della femmina, abbia cadenza biennale, mentre per i maschi la cosa si svolge normalmente ogni anno. Le femmine danno alla luce, in autunno, o, più raramente, in primavera, una ventina di piccoli al massimo, perfettamente sviluppati e autosufficienti. Come per le altre vipere il meccanismo di riproduzione è di tipo ovoviviparo (la femmina partorisce i piccoli già sviluppati, in un sottile involucro gelatinoso). Minacciato dalla distruzione dei biotopi e dalla persecuzione di cui è vittima da parte di persone ignoranti, è protetto da severe norme regionali.
Scheda a cura di Francesco Balbini

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