Vipera ammodytes

SERPENTI ITALIANI
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Vipera ammodytes (LINNEO 1758)

Nome Comune : Vipera dal Corno

Sub Ordine : Serpenti – Famiglia : Viperidi

Sottospecie :
Vipera ammodytes ammodytes LINNAEUS 1758
Vipera ammodytes gregorwallneri SOCHUREK 1974 (status questionable)
Vipera ammodytes meridionalis (BOULENGER, 1903)
Vipera ammodytes montandoni (BOULENGER, 1904)
Vipera ammodytes ruffoi BRUNO 1968
Sinonimi:
Coluber Ammodytes LINNAEUS 1758: 216
Vipera aspis balcanica BURESCH & ZONKOV 1934
Vipera aspis balcanica – WELCH 1994: 119
Vipera ammodytes – MCDIARMID, CAMPBELL & TOURÉ 1999: 390
Vipera ammodytes ammodytes (LINNAEUS 1758)
Coluber Ammodytes LINNAEUS 1758: 216
Vipera (Rhinaspis) ammodytes ammodytes – OBST 1983
Vipera ammodytes ammodytes – ENGELMANN et al 1993
Vipera ammodytes ammodytes – WELCH 1994: 119
Vipera ammodytes gregorwallneri SOCHUREK 1974
Vipera ammodytes gregorwallneri SOCHUREK 1974
Vipera (Rhinaspis) ammodytes gregorwallneri – OBST 1984
Vipera ammodytes gregorwallneri – ENGELMANN et al 1993
Vipera ammodytes meridionalis (BOULENGER, 1903)
Vipera (Rhinaspis) ammodytes meridionalis – OBST 1984
Vipera ammodytes meridionalis – ENGELMANN et al 1993
Vipera ammodytes meridionalis – WELCH 1994: 119
Vipera ammodytes montandoni (BOULENGER, 1904)
Vipera (Rhinaspis) ammodytes montandoni – OBST 1983
Vipera ammodytes montandoni – ENGELMANN et al 1993
Vipera ammodytes ruffoi BRUNO 1968
Vipera ammodytes ruffoi BRUNO 1968
Vipera (Rhinaspis) ammodytes ruffoi – OBST 1983
Vipera ammodytes ruffoi – ENGELMANN et al 1993
CARATTERISTICHE
La vipera dal corno è uno splendido rettile che deve il suo nome all’appendice nasale morbida, ricoperta da 10-18squame, dall’aspetto di un corno, che ne orna il muso. Molto velenosa, è dotata di zanne e apparato velenifero. Si tratta di una vipera abbastanza grande, in quanto sono noti esemplari di oltre 90cm di lunghezza, sebbene la grande maggioranza si mantenga stabile attorno ai 65cm. Presenta una corporatura piuttosto massiccia, con 21-23 squame dorsali a metà tronco; le squame sono fortemente carenate, e la coda, molto corta, si assottiglia molto nettamente, come nella maggior parte dei viperidi. La testa risulta chiaramente distinta dal tronco, e presenta la tipica forma triangolare caratteristica degli altri membri della famiglia; essa è ricoperta di piccole squame, il che la rende liscia al tatto, mentre le sopralabiali appaiono più grandi. L’occhio è relativamente grande, con pupilla verticale e sclera dorata. Il disegno è piuttosto costante, formato da grandi rombi, che, nella maggior parte dei casi, risultano uniti tra loro (disegno stripped). La colorazione di fondo degli individui si mantiene quasi sempre sulle tonalità del grigio, mentre il disegno che vi spicca è sempre più scuro (anche nero); esistono esemplari in cui la colorazione di fondo è bruna, ocra, o anche rosa (quasi sempre si tratta di femmine). Parti inferiori di tonalità chiara, grigia o rosata, con pezzature o punti scuri, fatta eccezione per la faccia inferiore della coda, che può essere rossastra o giallastra. In questa specie sono rarissimi i casi di melanismo.
DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA ED HABITAT
L’areale di distribuzione della vipera dal corno in Italia appare assai ridotto: è segnalata, infatti, solo nella zona nordorientale del paese, dove risulta numerosa solo nella zona del Carso friulano. Piccoli nuclei sono sparsi anche in Veneto, nella zona del Cadore, e in Alto Adige, dove è stata rinvenuta in una zona ristretta a sud di Bolzano.
L’Habitat di questo rettile è costituito da luoghi assolati e ricchi di anfratti, come pietraie, pendii aridi e ghiaiosi ricchi di arbusti e muretti a secco, fino a 2500m.
ALIMENTAZIONE, COMPORTAMENTO, RIPRODUZIONE
La vipera dal corno, come le altre vipere, si serve del suo potente veleno per uccidere le prede di cui si nutre. Quanto a tossicità, tale veleno risulta il più potente in assoluto se comparato a quello delle altre vipere europee, ma la sua pericolosità da questo lato è compensata in gran parte dalla discreta mansuetudine di questi splendidi animali, che, poco irritabili, preferiscono fuggire immediatamente al minimo segnale di pericolo, o, se messi alle strette, emettere lunghi e forti sibili, riservandosi il morso come ultima prerogativa di difesa. Le prede più convenzionali di questi ofidi sono i piccoli mammiferi, come topi, ratti, e altri roditori che preda occasionalmente, ma non esita ad attaccare anche uccelli e altri rettili, quali ramarri e lucertole. Il veleno ha un effetto molto rapido, e al serpente è sufficiente seguirne la scia termica o odorosa che le prede lasciano dopo il morso, mentre tentano un’improbabile fuga. L’ingollamento ha sempre inizio dalla testa del malcapitato animale, come del resto avviene nella stragrande maggioranza dei serpenti (in quanto ingoiare una preda contropelo, nel caso di un mammifero, ad esempio, necessita un maggiore spreco di energie). Le mascelle della vipera sono, chiaramente, molto elastiche (il lobo inferiore non è saldato a quello superiore, come in tutti i serpenti). Attiva prevalentemente nelle ore che seguono l’alba e precedono la notte, durante il giorno preferisce termoregolarsi al sole, riparandosi in un anfratto quando questo inizia ad essere troppo cocente. Talvolta, le eccessive temperature che incontra di giorno, spingono questa specie ad uscire dal proprio nascondiglio solo durante la notte. Alla fine del letargo invernale, che inizia, a seconda delle altitudini, dalla fine di settembre all’inizio di novembre, hanno luogo gli accoppiamenti, spesso preceduti da bizzarre danze di combattimento tra maschi rivali. La copula porta alla nascita di diversi cuccioli, da 10 a 20, già dotati di corno e ghiandole velenifere. Essendo specie ovovivipara, i nuovi nati vengono alla luce già sviluppati, in un involucro flessibile che impiegano pochi secondi a forare.
La popolazione, fortemente minacciata dalla distruzione dei biotopi, e dall’indiscriminata e ingiustificata caccia da parte dell’uomo, è tutelata da norme giuridiche di carattere regionale ed europeo. Anche nel caso di questa specie, mi pare d’obbligo sottolineare il servizio che essa rende all’uomo nell’inibire il proliferare delle popolazioni di roditori. Protetta!!!
Scheda a cura di Francesco Balbin

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