SERPENTI ITALIANI
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Natrix natrix (LINNAEUS 1758)
Nome Comune : Natrice dal collare Sub Ordine : Serpenti – Famiglia : Colubridi |
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Sottospecie : Natrix natrix astreptophora (SEOANE 1884) Natrix natrix cetti (Italy) Natrix natrix corsa Natrix natrix helvetica (LACÉPÈDE 1789) Natrix natrix lanzai Natrix natrix natrix (LINNAEUS 1758) Natrix natrix persa (= N. n. scutata = N. n. syriaca) PALLAS 1814 Natrix natrix schweizeri (Greece) Natrix natrix schweizeri L.MÜLLER, 1932 Natrix natrix scutata PALLAS 1771 Natrix natrix sicula |
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Sinonimi: Coluber Natrix LINNAEUS 1758: 220 Natrix vulgaris LAURENTI 1768 Coluber torquatus LACÉPÈDE 1789 Tropidonotus natrix BOIE 1826 Natrix natrix STEJNEGER 1907 Coluber scutatus PALLAS 1771 Coluber persa PALLAS 1814 Tropidonotus natrix EICHWALD 1831 Tropidonotus ater EICHWALD 1831 Natrix natrix – ENGELMANN et al 1993 |
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CARATTERISTICHE
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Lunghezza: 80-120cm, fino a 200cm. Femmine più grandi dei maschi. Squame in 19 file a metà tronco. Si tratta di un serpente piuttosto grande, con testa larga, ottusa e arrotondata, ben distinta dal resto del collo, e provvista di narici laterali e di occhi grandi con pupilla rotonda. Le squame della regione dorsale presentano una leggera carenatura, che comunque, di solito, non si estende sino alla coda. La colorazione vivace che caratterizza la specie nell’areale italico settentrionale, la rende inconfondibile con altre specie: il dorso è spesso verde o grigio chiaro, con numerose macchie nere che interessano la regione dorsale e i fianchi sino alla coda; spesso molti animali presentano due strisce chiare lungo il dorso. Le regioni ventrali, grigie o giallastre, presentano anch’esse una lieve macchiettatura scura. Appena dietro alla testa è presente un collare giallo acceso, bordato dia due macchie nere che si congiungono al centro del collo, che ha conferito il nome comune a questo rettile. Sebbene in altre zone del suo areale di distribuzione, questo collare sia di colore diverso, o, addirittura, assente, si può dire che nell’Italia settentrionale la livrea rimane sempre quella descritta, senza subire considerevoli variazioni. E’ totalmente priva di zanne, e quindi totalmente inoffensiva per l’uomo. La bocca, molto grande ed estensibile, è sormontata inoltre da una fila di squame sopralabiali, la cui distinzione è nettamente marcata da macchie nere verticali.
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DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA ED HABITAT
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E’ diffusa praticamente in tutto il continente Europeo, fatta eccezione per la Scandinavia settentrionale, e si spinge ad est sino al lago Bajkal, nell’ex URSS. In Italia è comunissima ed è senz’altro il serpente più diffuso a livello nazionale. Si insedia in una vastissima gamma d’ambienti, in quanto, a dispetto del nome, è meno acquatica di quanto si creda, e sovente si rinviene in zone che distano chilometri da ambienti umidi. Si rinviene spesso sulle rive dei fiumi e degli stagni, ma abita anche cascine abbandonate, pietraie, boschi ripari e prati erbosi.
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ALIMENTAZIONE, COMPORTAMENTO, RIPRODUZIONE
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La biscia d’acqua è un animale esclusivamente diurno, che si nutre prevalentemente di anfibi anuri, abitudine che le ha conferito il nome dialettale di “ranarola” negli ambienti veneti. Altre prede consuete sono tritoni, micromammiferi, lucertole, e, molto spesso, anche piccoli pesci quali ghiozzi ed alborelle. Un fatto molto curioso è costituito dalla particolare predilezione che le rane verdi adulte, che come già detto costituiscono la preda preferita della biscia d’acqua, sembrano avere per le natrici neonate, quasi a voler mantenere un equilibrio tra i predatori e le prede. Si tratta di un animale dall’indole molto mansueta, tant’è che non tenta mai di mordere: se minacciata, infatti, adotta un curioso sistema di sopravvivenza che consiste nel fingersi morta, voltandosi con il ventre verso l’alto, spalancando la bocca, e secernendo dalla cloaca un liquido nauseabondo, caratteristica, quest’ultima, riscontrabile in quasi tutti i colubridi. Se si trova nelle condizioni di dover rispondere agli attacchi per forza, allora appiattisce il capo ed inizia a sibilare molto forte, sferrando colpi fulminei a bocca serrata, contro l’aggressore. L’accoppiamento è situato tra Aprile e Maggio, e la femmina, all’inizio dell’estate, depone 30-40 uova della lunghezza di 3cm, in un luogo sicuro, che possa mantenere costante la temperatura necessaria allo sviluppo degli embrioni: ecco perché spesso si riscontra la presenza di un nido nei fienili, tra le foglie in decomposizione o nei letamai, luoghi in cui la fermentazione del materiale organico conferisce alle uova il calore dovuto. Nel lasso di tempo di sei settimane avvengono le schiuse: i piccoli forano il guscio calcareo dell’uovo con l’aiuto di un dente molto sviluppato, che scompare in pochi giorni dopo la schiusa. I piccoli serpenti sono molto vulnerabili ai predatori, e alla nascita, misurano circa 15-20cm. Si tratta di un serpente estremamente agile, sia a terra sia in acqua, ed è molto facile vederlo mentre si crogiola al sole sulla riva. Sul finire dell’autunno, in Novembre, questi rettili raggiungono il proprio giaciglio invernale, spesso condiviso con altri serpenti o rospi, e riprendono l’attività già in Marzo. E’ protetta in tutta Italia con severe norme, in quanto la popolazione è abbastanza minacciata dalla distruzione dei biotopi.
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Scheda a cura di Francesco Balbini |
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