Lacera viridis

SAURI ITALIANI
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Lacera viridis (LAURENTI 1768)

Nome Comune : Ramarro

Sub Ordine : Sauri – Famiglia : Lacertidi

Sottospecie :
Lacerta viridis infrapunctata SCHMIDTLER, 1986
Lacerta viridis meridionalis CYRÉN, 1933
Lacerta viridis paphlagonica SCHMIDTLER, 1986
Lacerta viridis viridis (LAURENTI, 1768)
Sinonimi:
Seps viridis LAURENTI 1768
Lacerta bilineata
Lacerta viridis magnifica SOBOLEVSKY 1930
Lacerta viridis – ENGELMANN et al 1993
CARATTERISTICHE
Lunghezza: 25-30 cm, fino a 40 cm, di cui i tre quinti sono costituiti dalla coda. Il ramarro costituisce senz’altro il più elegante sauro europeo: il maschio presenta tutta la parte superiore del corpo di colore verde brillante, punteggiata di nero, mentre il ventre è uniformemente di colore giallo. Nel periodo riproduttivo inoltre, la gola degli esemplari maschi assume una tonalità azzurra, caratteristica talvolta comune anche in alcune femmine; queste solitamente presentano una colorazione dorsale bruna o di un verde più chiaro rispetto ai maschi e non di rado sono caratterizzate da delle striature chiare, due o quattro, bordate da linee o punteggiature nere, che attraversano i fianchi dell’animale. I giovani di ambedue i sessi hanno spesso i fianchi rigati da queste striature, che scompaiono con la crescita nei maschi e che, come già detto, possono persistere nelle femmine anche in età adulta; la colorazione di fondo dei giovani va dal beige, al bruno chiaro, al verde oliva, e le striature non presentano bordatura. La testa è spessa e corta, e nei maschi è presente un leggero dimorfismo sessuale, a cui si devono le maggiori dimensioni del capo, e la diversa forma della coda, che risulta più allargata alla base, e che, come nelle altre lucertole, se spezzata si rigenera.
DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA ED HABITAT
Il ramarro è un sauro largamente diffuso in tutta l’Europa centro-meridionale, e il suo areale di distribuzione comprende tutta l’Italia ad eccezione della Sardegna. Si spinge fino a 1800 m.
Nell’area attraversata dal Brenta è ancora una specie molto comune, diffusa lungo tutto il corso del fiume, dove si insedia nelle rive cespugliose, nei ghiaioni, nei boschi aperti, nei frutteti, in prossimità di muretti a secco, di terrapieni o di legnaie.
ALIMENTAZIONE, COMPORTAMENTO, RIPRODUZIONE
Si tratta di una lucertola molto attiva, esclusivamente diurna, che appena la temperatura lo permette, esce dalla propria tana alla ricerca di cibo: le prede più comuni sono gli insetti, come cavallette o coleotteri, ma il ramarro si ciba anche di larve, bruchi, frutta o uova d’uccello e a volte i grossi adulti non esitano ad attaccare piccoli vertebrati come rane, piccoli topi, giovani serpenti, nidiacei e altre lucertole. Il ramarro essendo un abile arrampicatore conduce indistintamente una vita terricola o arboricola anche se il suo rifugio, un tronco marcio, una vecchia tana o un mucchio di foglie secche, si trova quasi sempre all’altezza del suolo; è altresì un eccellente nuotatore e in caso di pericolo non esita a tuffarsi nell’acqua per nascondersi sul fondo o riemergere dopo qualche metro. Anche sul terreno è una preda difficilissima da catturare per qualsiasi predatore, uomo compreso, in quanto si sposta con eccezionale velocità su qualsiasi terreno, e riesce ad infilarsi in fessure strettissime grazie all’elasticità del suo corpo. Nella bella stagione è attivo sin dalle prime luci dell’alba e torna al suo rifugio solo al tramonto. Attorno alla metà di Novembre si ritira nella sua tana e cade in un lungo letargo che si protrae fino a metà di Febbraio, quando i maschi escono sporadicamente dai propri rifugi invernali per assorbire i primi tiepidi raggi di sole; tuttavia questi riprendono a nutrirsi solo ai primi giorni di Marzo, quando fanno la loro prima comparsa le femmine.
L’accoppiamento avviene generalmente nel mese di Maggio, quando i maschi si sfidano in combattimenti a volte molto brutali che però non si concludono mai con la morte di uno dei contendenti. Del resto l’accoppiamento stesso è abbastanza brutale: il maschio, infatti, morde la femmina su un fianco, per tenerla ferma, e questa, dopo la fecondazione, depone in una buca profonda da 15 a 30 cm, scavata nella sabbia un numero di uova che va da 9 a 21. Le uova sono lunghe 30 mm e larghe 10, di colore biancastro e vengono lasciate incustodite dalla femmina sin dal momento che segue la deposizione. I giovani ramarri nascono dopo 3 mesi e sono lunghi 7-8 cm, coda compresa. La maturità sessuale è raggiunta dopo il secondo anno di età e nei giovani l’accoppiamento si protrae sino a Giugno. L’età che può raggiungere un ramarro va dai 12 ai 15 anni. I potenziali predatori dei giovani ramarri sono le donnole, i gatti, i serpenti e i roditori che ne saccheggiano i nidi mangiandone le uova. L’unico vero nemico degli esemplari adulti sembra essere l’uomo, che, con il forte uso di pesticidi, ne ha causato la rarefazione della specie in certe zone. Protetto!
Scheda a cura di Francesco Balbini

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