Phrynosoma platyrhinos platyrhinos

Phrynosoma platyrhinos platyrhinos GIRARD 1852
Articolo di Laura Grecchi

P. platyrhinos platyrhinosNOMI COMUNI:
Northern desert horned lizard
Horned lizard
Horny toad
Rospo cornuto

DESCRIZIONE:
Questa inconfondibile lucertola, della famiglia degli iguanidi, prende il suo nome comune (rospo cornuto) dal greco Phryno = rospo e soma = corpo.
Ha infatti un corpo tondo ma piatto, ornato di spine e tubercoli, testa rotonda, bocca larga zampette corte e snelle se paragonate al resto del corpo e una piccola coda. al contrario di quel che si potrebbe pensare vedendolo è un sauro estremamente veloce e agile!
Il corpo largo e piatto ha sia la funzione di “pannello solare” cioè prendere calore dalla luce solare in maniera veloce, sia quella di dissiparlo.
Quando vogliono scaladarsi infatti distendono completamente il corpo che appare quasi perfettamente rotondo e si appoggiano su pietre o sul suolo caldo così da prendere calore sia dai raggi solari sia dal suolo.
La colorazione è criptica, può essere un insieme di bianco, grigio, nero, marrone, rossiccio, beige. La colorazione varia anche in base alla salute e alla temperatura se fa freddo son scuri per assorbire più raggi possibili, se fa caldo son chiari per riflettere i raggi.
Le dimensioni da adulti variano tra i 7 e i 10 cm muso-punta della coda.

Qualche teschio per capire le differenze di ornamentazione del capo nelle varie specie:

teschi di varie specie

CURIOSITA’:
Al contrario di ciò che si pensa non tutti i rospi cornuti spruzzano sangue dagli occhi, P.platyrhinos è uno di questi insieme a P. modestumP. mcalliiP. douglassii.
Questa strana caratteristica, comune ad altri appartenenti al genere, come ad esempio P. solareP. cornutumP. coronatum, P. orbiculare ha un meccanismo semplice, cioè strizzano gli occhi aumentando la pressione sanguinea di alcuni capillari, i quali si rompono e schizzano il predatore; tutto questo serve a spaventare i predatori (coyote in primis, volpi, cani ecc.) che non si aspettano di esser colpiti all’improvviso, e mollano la presa. Pare che il sangue sia anche irritante per le mucose altri ipotizzano abbia solo un cattivo sapore (ipotesi più accreditata).
Un’altra arma di difesa per intimidire il predatore è quella di gonfiarsi d’aria e porgere il dorso verso la minaccia, apparendo così più grossi di quel che sono.
E’ un genus molto attraente dato il suo buffo aspetto, ma assolutamente da sconsigliare ai neofiti per vari motivi che emergeranno in seguito, mentre a tutti (neofiti e non) consiglio di non prendere per nessuna ragione esemplari WC, sono davvero duri da acclimatare e recuperare.
L’acido formico contribuisce a tenere sottocontrollo la flora batterica intestinale (parassiti compresi), lo stress della cattura, la disidratazione e i vari viaggi prima di giungere nella vetrina sotto casa, uniti al fatto che di certo in questo periodo non avranno mangiato formiche, segna inevitabilmente il destino di questi animali.

TASSONOMIA E DISTRIBUZIONE:
Al momento sono riconosciute sedici specie di Phrynosoma; otto delle quali si possono trovare all’interno degli Stati Uniti.
Le aree di diffusione includono il sud del Canada, British Columbia, Messico.

  • Phrynosoma asio COPE 1864
  • Phrynosoma blainvillii GRAY 1839
  • Phrynosoma braconnieri DUMÉRIL & BOCOURT 1870
  • Phrynosoma cerroense STEJNEGER 1893
  • Phrynosoma cornutum HARLAN 1824
  • Phrynosoma coronatum BLAINVILLE 1835
  • Phrynosoma ditmarsi STEJNEGER 1906
  • Phrynosoma douglassii BELL 1828
  • Phrynosoma hernandesi GIRARD 1858
  • Phrynosoma mcallii HALLOWELL 1852
  • Phrynosoma modestum GIRARD 1852
  • Phrynosoma orbiculare GMELIN 1789
  • Phrynosoma platyrhinos GIRARD 1852
  • Phrynosoma solare GRAY 1845
  • Phrynosoma taurus DUGÈS 1873
  • Phrynosoma wigginsi MONTANUCCI 2004

Sono presenti 3 sottospecie di P. platyrhinos

  • Phrynosoma platyrhinos calidiarum (COPE 1896: 833)
  • Phrynosoma platyrhinos platyrhinos GIRARD, 1852
  • Phrynosoma platyrhinos goodeiSTEJNEGER 1893Distribuite in USA (Oregon orientale, Idaho meridionale, Nevada, Utah orientale,California centromeridionale, Arizona occidentale) e Messico (Baja California Norte, Sonora)curiosoPREMESSA:
    Scrivo questa scheda perchè girovagando online e chiacchierando con allevatori che li riproducono regolarmente mi sono accorta che in Italia sappiamo ben poco su questo genus…
    I miei esemplari sono due baby CB ancora non sessati e quindi non ancora riprodotti; ma la mole di informazioni raccolte mi consente comunque di mettere online una scheda completa sull’allevamento di P. platyrhinos, la specie più comunemente reperibile.COMPORTAMENTO:
    Come detto in apertura sono sauri estremamente veloci, in terrario sono molto attivi e alternano momenti di iperattività (corse, ricerca cibo, scavi ecc.) a vere e proprie pause rilassanti, sdraiati sulle rocce o semiseppelliti nella sabbia.
    Come indole sono abbastanza sospettosi, appena ci si avvicina al terrario è normale facciano una corsetta altrove, lontano da noi, ma poi la loro grande curiosità li spinge spesso a tornare a vedere cosa succede.. e soprattutto a vedere se c’è cibo!
    Sono infatti sauri con un grande (ed infinito oserei dire) appetito, non ne hanno mai abbastanza ed è per questo che dobbiamo essere noi a limitarli un po’ altrimenti l’obesità è dietro l’angolo.TERRARIO:
    tecaL’ideale è tenerli in vasche larghe e basse, aperte quindi non il classico terrario, così che il calore non ristagni troppo (la ventilazione è di massima importanza)
    Per due esemplari adulti un 70 x 50 di base va benissimo, l’altezza dovrà essere non meno di 20 cm altrimenti potrebbero saltare fuori (ma nulla vi vieta di fare un coperchio con zanzariera in caso di altezze minori).
    Come substrato sabbia finissima e senza calcio, almeno 3 cm per i baby e 6 cm per gli adulti.
    L’arredamento sarà costituito da rocce piatte, io uso l’ardesia e vedo che è molto apprezzata, qualche sasso, qualche rametto cespuglioso che usano come nascondiglio e/o per bere dopo le nebulizzate, una ciotola piccolissima per l’acqua da sistemare nella parte fredda ed eventualmente un distributore di insetti (vedi qui)ILLUMINAZIONE E RISCALDAMENTO:
    L’illuminazione a giorno è fondamentale!
    Serve una compatta o un neon uvb al 7% in caso di baby e al 10% in caso di adulti. Come riscaldamento uno spot puntato su un sasso e affiancato alla compatta, nel caso utilizziate un neon invece dovrà esser lungo come la teca.
    Il punto basking DEVE essere di 45°, la parte calda deve viaggiare sui 38-32°, a seconda delle zone, e la parte fredda sui 28-26°;
    di notte temperature di 18-20 gradi vanno benissimo e pertanto non serve assolutamente nulla per scaldarli, anzi sarebbe poco salutare scaldarli anche di notte.
    Il fotoperiodo sarà di 14 ore di luce e 10 di buio in estate, 12 di luce e 12 di buio in autunno e primavera e solo 9-10 di luce in inverno (che poi diventano ancor meno se si desidera brumarli)QUESTIONE ACQUA:
    L’acqua dovrà sempre esser presente seppur poca. E’ inoltre importante nebulizzare o dare da bere agli esemplari con una siringa senza ago. Questo va fatto tutti i giorni (metà pomeriggio) per i baby e 3 volte a settimana con subadulti e adulti.
    Alcuni non apprezzano esser nebulizzati quindi dovrete optare per la siringa, altri invece si metteranno in posa appena capiranno che sta “piovendo”ALIMENTAZIONE:
    Il cibo non va offerto prima di due ore dall’accensione delle luci e non oltre le due ore rimanenti allo spegnimento. Pena problemi digestivi.
    Come integrazione va lasciato sempre disponibile su una roccia del calcio puro, se ne serviranno da soli quasi giornalmente, in alternativi si possono spolverare gli insetti tutti i giorni con il calcio e 2 volte a settimana con un prodotto in polvere che contenga solamente calcio e vitamina D3 (io uso il repti calcium della zoomed); ovviamente quando si spolvera con uno non si usa l’altro.

    Camponotus spLe formiche:
    Ed ecco il tasto dolente …
    Ogni specie ha la sua percentuale minima (sul totale del pasto) di formiche da rispettare, ad esempio P. hernandesi necessita più o meno del 30%, Mentre P. solare necessita di una quantità maggiore, anche oltre il 90%.
    Come regola generale è bene non scendere mai sotto il 50%!
    Tornando a P. platyrhinos va detto che la percentuale di formiche minima presente nella dieta è 60%, la base quindi sono e devono rimanere le formiche!
    Sui forum italiani o nelle schede/letteratura italiana, si sente spesso parlare di acido formico in bottiglia reperibile in farmacia, da dosare poi sugli (o iniettandolo) insetti da pasto normalmente in commercio; a qusto punto penso sia una trovata tutta italiana dato che nessuno degli allevatori che ho contattato (europei e americani) lo usa.. anzi molti mi han detto che fa più danni l’acido formico pronto rispetto ad una dieta povera di formiche e tutti mi hanno sconsigliato di provare ad usarlo con i baby.
    In america non hanno problemi di reperimento formiche dato che, quelle mangiate dai Phrynosoma, oltre ad esser vendute online in gran quantità, sono anche presenti nei giardini e dintorni e sono:

    Pogonomyrmex californicus
    Pogonomyrmex rugosus
    Camponotus sansabaenus

    In Europa invece si usano tranquillamente e con ottimi risultati:

    Lasius niger
    Messor barbatus
    Camponotus sp.
    Myrmica rubra
    Crematogaster sp.

    Io uso Lasius nigerMessor barbatus e Myrmica rubra e sono tutte e tre molto gradite e facilmente reperibili in giardini, campagna, balconi… se ci pensate le formiche sono ovunque.
    Allevarle non vale la pena dato che le formiche si riproducono lentamente e in modo esiguo per ciò che necessitano i Phrynosoma, basti pensare che un baby mangia dalle 40 alle 90 formiche al giorno (quantità consigliata) e un adulto oltrepassa anche le 200.
    In Europa quindi si tende ad alimentare con formiche i Phrynosoma fin quando sono disponibili (con temperature sotto i 6 gradi spariscono, si ibernano) e poi solo insetti da pasto comuni nel periodo freddo.
    Ci sono però alcuni trucchetti per avere comunque formiche durante l’inverno:
    1- Tenerne una buona quantità in frigor, resistono dai 2 ai 4 mesi poichè cadono anch’esse in letargo.
    2- Surgelarle, sgelarne un tot ogni volta che servono e mischiarle in una ciotola insieme a microgrilli.

    Le formiche vanno date tutti i giorni e a sazietà. I Phrynosoma non amano una dieta monotona quindi dopo un tot di formiche smettono di mangiare, ed è quello il momento di dare qualche altro insetto da pasto. L’ideale è dare per prima cosa le formiche e poi nel pomeriggio altri insetti.
    Catturare formiche è semplice, a seconda della specie è possibile fare piccole trappole con briciole (per le Messor) o con del miele (Lasius) come esca, oppure cercare direttamente dei formicai e prelevarle a mano. Si può usare anche un aspiratore entomologico sappiate però che, quelli in cui c’è da aspirare con la bocca, potrebbero dare problemi a causa dell’acido formico inalato; l’ideale comunque è individuarne almeno un paio così da prelevare formiche a rotazione senza compromettere la colonia.

    Altri insetti:
    Altra leggenda metropolitana italiana è quella che “i Phrynosoma non accettano altro oltre alle formiche“… falso.
    In natura mangiano un sacco di invertebrati: ragni, bruchi, mosche, api, vespe, scorpioni, scarafaggi, gasteropodi ecc… in sostanza tutto quello che gli passa per la bocca.
    E molto più probabile che chi ha diffuso questa credenza abbia avuto a che fare con esemplari WC quindi malandati, morenti, mal’adattati alla cattivita ecc. un CB infatti non da problemi alimentari.
    In terrario la lista di insetti da pasto, a loro graditi, è lunga! I miei si nutrono, oltre che di formiche, di:
    T. molitor (larve e adulti bianchi)
    A. diaperinus cioè Buffalo worms
    Grilli
    Pesciolini d’argento di varie specie
    C. maculatus (tonchio dei fagioli)
    T. tomentosa
    Onischi nostrani
    Limacce
    Chiocciole
    B. dubia
    B. lateralis
    Blaberus sp.
    Drosophila sp.

    Afidi

    Tra l’altro le tre sottospecie di P. platyrhinos sono le uniche a cibarsi anche di bacche, i miei gradiscono i lamponi; li taglio a metà e loro leccano e mordicchiano la polpa.

    DIMORFISMO SESSUALE:
    E’ un genus facile da sessare; in base alla specie è possibile provare a determinare il sesso verso i 3-6 mesi di vita.

    sessaggio by www.phrynosoma.orgmaschi hanno:
    1 pori femorali ben visibili e nei maschi maturi è presente anche una sostanza cerosa
    2 due squame postcloacali più larghe delle altre circostanti.
    3 base della coda molto più larga a causa degli emipeni

    le femmine:
    1 hanno pori femorali appena accennati
    2 non hanno squame postcloacali modificate.
    3 non hanno la base della coda allargata (non essendoci emipeni)

    BRUMA e ACCOPPIAMENTI:
    I baby è meglio non brumarli il primo inverno, perchè hanno ancora troppe poche riserve di grasso e sono ancora in crescita.
    Se invece si hanno esemplari adulti ed in salute, si può tranquillamente procedere alla bruma.

    Ai primi di ottobre si ridurranno gradualmente luce e calore. Si passerà da 9 a 4 ore di spot e si lascerà l’uvb acceso per 10 ore (spot e neon vanno accesi insieme, ma durante la giornata prima si spegnerà lo spot e in ultimo il neon uvb), si diminuirà lentamente anche il cibo.
    Ai primi di novembre si smetterà del tutto di nutrirli, si spegnerà lo spot e si lascerà acceso l’uvb che dovrebbe mantenere le t° attorno ai 25° in questo periodo passeranno molto tempo infossati nella sabbia in prossimità della luce.
    Ai primi di dicembre verrà spento anche l’uvb e le temperature dovranno ora essere attorno ai 15-16° di giorno e attorno ai 10° di notte.
    In questa fase P. platyrhinos non emerge MAI dalla sabbia, perciò se vi capita di vederli in giro qualcosa non va!

    La bruma vera e propria dura quindi da dicembre sino ai primi di marzo, mese in cui dovremmo iniziare a ripetere il procedimento ma all’inverso; cioè prima l’uvb acceso gradualmente sino a 10 ore nell’arco di circa due settimane, poi anche lo spot acceso 4-5 ore e così via… noterete che appena accenderete lo spot i rospetti inizieranno ad emergere dalla sabbia.
    Ad aprile, quando sarà ormai tutto a regime o per lo meno quando li vedrete molto attivi potrete reiniziare a nebulizzare ogni tot e dare cibo (poco all’inizio), assecondateli sempre; dopo la bruma avranno una fame ancor più insaziabile.
    A maggio noterete vari head bobbing da parte del maschio e qualche rincorsa, poi gli accoppiamenti o direttamente la pancia gonfia della femmina (dal risveglio in poi abbiate quindi cura di integrare a dovere con calcio e calcio+ D3)

    DEPOSIZIONE ed INCUBAZIONE:
    2-4 giorni prima della deposizione le femmine smettono di mangiare e scavano molto qui e là nella teca. Tenete sempre un angolo o due umidi (tubo infilato nel substrato in cui versare l’acqua, così da bagnare solo il fondo), magari disponete anche qualche corteccia di sughero come nascondiglio, sarà li che la femmina deporrà.
    P. platyrhinos depone in media da 8 a 12 uova, con record di 20 e solitamente depongono un paio di volte a stagione.
    Le femmine vanno seguite molto bene nella stagione riproduttiva, è importante che recuperino tono e peso alla svelta dopo ogni deposizione.

    Le uova vanno prelevate con delicatezza e non vanno girate, sono a guscio morbido simili a quelle di Pogona sp. e vanno incubate come queste ultime.
    L’ideale è usare perlite che si attacca meno ai baby neonati, la si mette in una ciotola con acqua e la si pesca con la mano eliminando l’acqua in eccesso (finchè gocciola non mettetela nelle scatoline delle uova); riempite la scatola in cui avete deciso di incubare le uova con 2 o 3 dita di perlite, il coperchio è meglio forarlo con 3 o 4 buchi fatti con uno spillo; adagiate le uova in modo che siano interrate per metà senza ammassare le une con le altre. Incubate a 28° costanti e se tutto è andato bene dopo 60-70 giorni vedrete delle miniature dei genitori lunghe 2,5 cm in giro per la scatola delle uova!

    I BABY:
    Sono abbastanza delicati, vanno alloggiati come i genitori, con l’unica accortezza di dare un basking spot di 35° e non di 45°.
    Come cibo è meglio dare solo microgrilli per le prime due settimane di vita, dopo di che è possibile introdurre nella dieta Lasius niger e altre formiche di piccole dimensioni e poco aggressive. Ovviamente anche tutti gli altri insetti da pasto di adeguate dimensioni vanno benissimo.

    Thanks to:
    http://uts.cc.utexas.edu/~varanus/phryno.html
    Mark Brock and http://www.phrynosoma.org/
    http://digimorph.org/resources/hornedskulls.phtml
    Foto formica: Luca Gagliardelli
    Emanuele Biggi

    Laura Grecchi

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